Quanto tempo occorrerebbe per adeguare gli edifici a quanto richiesto? Facciamo un attimo di chiarezza sulle classi energetiche. La scala procede dal basso (peggiore) verso l’alto (migliore) seguendo le lettere G, F, E, D, C, B, A1, A2, A3, A4. Principalmente, a meno di alcuni casi, si è nella classifica bassa in virtù della considerazione per cui il patrimonio edilizio italiano non è appartenente all’immediato passato e alla più recente tecnologia impiantistica.
Sebbene, con i giusti interventi, non sia estremamente difficile saltare di classe energetica, quello che concretamente è necessario riguarda due problematiche: la mentalità dell’efficienza in quanto ovviamente correlata ad una considerazione di tipo prettamente economico e procedurale/burocratico. È possibile dunque asserire che nella situazione italiana del quotidiano, i tempi di adeguamento potranno dilatarsi e non ammettere quelli più stringenti che l’Unione intende adottare.
Innanzitutto, per avere un quadro sinottico della situazione italiana sarebbe necessario disporre di un catasto energetico aggiornato e significativo in ogni Regione. La Puglia, ad esempio, dispone di un apposito portale di deposito degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) anche abbastanza corposo, ma c’è qualcosa da dire in merito in Puglia come in altre Regioni: sebbene l’APE sia un atto pubblico, accade che per situazioni puramente formali si producano documenti non dotati del rigore che dovrebbero avere, o ancora che per mancanza di informazioni specifiche si vadano a simulare (anche male) determinate entità, e tutto ciò inevitabilmente inficia il calcolo, spesso neanche di poco. La situazione quindi, è sgangherata, ma non irrecuperabile.