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20 Settembre 2023

Il riscaldamento a pavimento: tipologie, funzionamento ed errori da non commettere

Un impianto di riscaldamento a pavimento rappresenta una delle attuali scelte innovative ed efficienti per il riscaldamento delle abitazioni, specie se si tratta di nuove costruzioni.

Il funzionamento di un impianto a pannelli radianti è concettualmente basato sullo scambio termico per conduzione tra l’acqua che scorre nei tubi annegati nel pavimento e i materiali che li avvolgono, che a loro volta scambiano calore per irraggiamento con l’aria presente nell’ambiente da climatizzare.

Questo sistema garantisce non solo una trasmissione uniforme del calore dal basso verso l’alto, ma evita l’insorgere di fastidiosi movimenti convettivi dell’aria, contribuendo a mantenere una temperatura costante in tutto l’ambiente e prevenendo la formazione di polvere e la presenza di acari.

Al netto dell’aspetto tecnico di funzionamento, la principale peculiarità di questa tipologia di impianto è offerta dal notevole risparmio energetico che garantiscono: l’impianto radiante funziona a bassa temperatura (circa 40° in entrata e circa 30° in uscita), consentendo di riscaldare gli ambienti senza dover portare l’acqua a temperature estremamente elevate come accade nei classici termosifoni che lavorano con temperature in entrata di circa 75° ed uscita di circa 65°. Il tutto si traduce in un consumo energetico ben ridotto e in una maggiore efficienza dell’impianto.

Come anticipato in precedenza, il funzionamento fisico di scambio termico dipende dallo strato di riempimento inferiore su cui poggia l’intero sistema e dallo strato superiore di calpestio dell’ambiente da riscaldare. Lo strato inferiore di riempimento deve agire come un elemento isolante, perché deve garantire di non disperdere il calore verso il basso dove è magari presente un’altra unità immobiliare non oggetto di interesse. In genere si consiglia uno strato isolante di 10 cm. Nella seguente figura viene mostrata una sezione tipo. Si ricordi che comunque il materiale isolante va protetto da sotto la sua posa contro l’umidità del calcestruzzo attraverso fogli in polietilene (spessore minimo 0.15 mm) e contro l’umidità ascendente nel caso di pavimento su terreno o su ambienti molto umidi con fogli in cloruro di polivinile (spessore minimo 0.4 mm).

Per quanto attiene allo strato superiore, è bene che esso sia particolarmente disperdente affinché avvenga lo scambio termico e non isolante, come spesso si vede in cantiere, come per esempio pavimenti in legno. Si parla infatti di resistenza termica del pavimento, inverso della trasmittanza, che si consiglia non superiore a 0.015 m2K/W. Al legno sono ottime alternative le ceramiche e i marmi, piuttosto.

Nella figura superiore, i giunti periferici servono ad assicurare la dilatazione del massetto, l’isolamento termico fra massetto e pareti, la discontinuità acustica fra pavimento e pareti. Posso essere costituiti da strisce isolanti in polietilene espanso da 6÷8 mm o in lana minerale da 8÷10 mm, da porre in opera lungo le pareti e i vari elementi costruttivi che possono delimitare il massetto. Devono poi essere sovrapposte (per almeno 10 cm) nei punti di giunzione. La loro parte superiore deve fuoriuscire dal massetto e deve essere rifilata solo a pavimento finito.

I giunti principali, invece, sono necessari per pavimenti di superficie superiore ai 40 m2 e comunque di lato non superiore a 8 m. Servono a consentire la dilatazione del massetto in corrispondenza dei giunti strutturali dell’edificio e nei casi di ampie superfici.

Il massetto superiore deve poi essere di uno spessore adeguato: 20 mm almeno per massetti di rasatura sui quali poi realizzare un ulteriore sottofondo per il pavimento; 40 mm almeno per massetti di finitura sui quali subito posare il pavimento.


Pavimento Radiante: quale tipologia scegliere?

Sul mercato esistono diverse soluzioni ma la scelta del sistema di riscaldamento a pavimento più adatto dipende da fattori come il tipo di appartamento e il suo involucro, specialmente se si ha a che fare con l’esistente o la nuova costruzione perché intervengono considerazioni sullo spessore, le caratteristiche della pavimentazione, ma ancora peggio l’altezza netta che si viene a delineare dopo l’intervento (sull’esistente, il minimo è 2.70 m e non sempre è cosa fattibile). L’importante scelta di un impianto di riscaldamento a pavimento riguarda la capacità di trattenere il calore all’interno dell’ambiente: l’”inerzia termica” è ciò che contraddistingue i vari tipi di impianti radianti, che possono essere suddivisi in due categorie principali:

  • Impianti ad alta inerzia
  • Impianti ad alta inerzia

Gli impianti ad alta inerzia termica sono caratterizzati dalla capacità di accumulare e trattenere il calore per un periodo più lungo e sono indicati per appartamenti con spazi ampi e per un utilizzo continuativo del riscaldamento. Una volta riscaldato ed arrivato a regime, il pavimento mantiene una temperatura costante per un periodo prolungato, riducendo la necessità di accendere e spegnere più volte l’impianto. Tuttavia, richiede più di tempo per la sua attivazione.

Gli impianti a bassa inerzia termica sono in grado di reagire più velocemente alle variazioni di temperatura, e sono consigliati per ambienti più piccoli.

La scelta di uno o l’altro dipende evidentemente dalle abitudini e dalle esigenze individuali.

In conclusione, l’installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento rappresenta una soluzione moderna ed efficiente per garantire un comfort termico ottimale nelle abitazioni. La scelta tra impianti ad alta inerzia e a bassa inerzia dipende dalle specifiche necessità dell’utente e dalle caratteristiche dell’ambiente in cui verranno installati i pannelli radianti.

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